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Il bullismo, e le modalità di intervento

22/11/2006 20048 lettori
5 minuti

Oggi incontriamo Vito Giacalone, docente presso l'Università La Sapienza di Roma e direttore generale della onlus Mentoring Usa/Italia, associazione attiva da oltre dieci anni con progetti a contrasto della dispersione scolastica, delle difficoltà scolastiche e del bullismo.

Dottore Giacalone, oggi in Italia il fenomeno del bullismo è alla ribalta, esce allo scoperto e tutti se ne occupano come un male da sconfiggere. Lei e l'associazione Mentoring USA/Italia conoscete ormai il fenomeno da oltre dieci anni, quali secondo lei le strategie da mettere in campo?

E’ bene chiarire che il fenomeno del bullismo in generale può essere di tre tipi: indiretto (p.e. il pettegolezzo), verbale (p.e. fare affermazioni razziste) e fisico (p.e. pugni, percosse o comportamenti distruttivi a danno degli oggetti di qualcuno). Tali aspetti rientrano nella categoria di quelli più eclatanti ma ve ne sono altre forme più nascoste, subdole, e altrettanto pericolose.

In merito alla sua domanda sintetizzo gli aspetti che reputo più immediati nel contenere il fenomeno:

- coinvolgere dalle primissime battute la famiglia. Spesso sono proprio loro a sottovalutare i comportamenti violenti e ribelli dei loro figli; in alcuni casi sconoscono il figlio da tale punto di vista; oppure ne sono consapevoli e negano. In tutti questi casi occorre fare un attività di parent training, finalizzata all’appropriazione da parte dei genitori di una serie di regole comportamentali da suggerire al figlio.

- Coinvolgere l’intera classe in cui si è manifestato il problema. Dalla discussione in gruppo, dalle loro argomentazioni si possono avere utili suggerimenti, funzionali ad una più chiara ed attenta lettura del fenomeno specifico. Dalla consapevolezza dei ragazzi è possibile costruire una mappatura di regole condivise per gestire tra i pari il fenomeno e offrire un certo contenimento a chi riceve abuso. Non dimentichiamoci che il disagio non è soltanto di chi esprime comportamenti di bullismo, è anche della classe tutta e in prima istanza del soggetto dello scherno o peggio della punizione.

- Aiutare il ragazzo soggetto a bullismo a partecipare ad attività laboratoriali e teatrali in cui possa esprimere i propri contenuti costruttivi e positivi

- Promuovere attività, ad esempio, di mentorato in cui si abbina ad ogni ragazzo prevalentemente con difficoltà relazionali un mentore, una persona, risorsa della comunità che lo aiuta a vivere la scuola più serenamente offrendo un modello di adulto diverso da quelli a cui fino ad allora ha potuto attingere.

Anche le reazioni violente nei confronti di genitori ed insegnanti rientrano nel fenomeno del bullismo?

All’interno della parola Bullismo sono racchiuse usa serie di problematiche che inevitabilmente coinvolgono i genitori e gli insegnanti. Basti pensare alle istituzioni scolastiche che ricevono atti di vandalismo da gruppi di studenti della scuola stessa. Quindi in generale la risposta è si.

Nella società post-moderna è sempre più difficile acquisire una personalità stabile, come dice Bauman, oggi viviamo in una società liquida, dove anche i valori vengono continuamente negoziati. Per venirne fuori con meno graffi possibili, da queste rinegoziazioni continue, dovremmo avere degli strumenti forti. Chi dovrebbe fornire tali strumenti ai ragazzi?

In passato la famiglia assieme alla Chiesa avevano una valenza fortemente educatrice. Oggi accanto a queste due importanti istituzioni e aggiungerei insostituibili istituzioni di vita e di crescita personale, dobbiamo puntare alla valorizzazione di tutti quei spazi in cui la promozione dei valori e dell’elevatura dell’essere umano possano trovare pari dignità. Diversamente avremo dei cattivi maestri ad ogni angolo dell’esperienza giovanile. I media, la Tv, in generale, accanto ai prodotti televisivi, finalizzati ad innalzare lo share e quindi gli introiti ottenuti dalle vendite degli spazi pubblicitari, DEVE operare nella costruzione di format educativi. Certo, sembra facile, qualcuno potrebbe pensare: “tanto i ragazzi non li guarderanno”. Mi permetto di dire che tale pensiero non porta a niente di buono; innanzitutto vuol dire che non riconosciamo che in ogni ragazzo ci sono potenzialità inespresse e spazi notevoli di miglioramento; secondo, non dimentichiamo che un programma televisivo educativo rafforza i modelli comportamentali di chi non vive il problema direttamente; terzo aspetto altrettanto importante, se questi ragazzi preferiscono guardare il Wrestling piuttosto che un programma pieno di contenuti, si può ipotizzare di coinvolgere tutte le scuole affinché trasmettano tali format costruttivi in classe, in orario scolastico e da lì partire con una serie di dibattiti. Tutte le volte che ho avuto l’opportunità di ascoltare i ragazzi di OGGI argomentare se stessi, sono rimasto sbalordito e sorpreso della capacità di sintesi e profondità dei loro pensieri.

Che differenza c'è tra un ragazzo considerato bullo e uno che non lo è?

Mi soffermo soltanto su un aspetto inerente la domanda. Il bullo non è un ragazzo con disturbi ad esempio della personalità. Non è malato o irrecuperabile. E’ una ragazzo inserito in un contesto che promuove e facilita determinati comportamenti distruttivi; occorre aiutarlo (noi TUTTI è un problema sociale) a scoprire che c’è altro e altri modi di intendere la vita.

Quindi il problema investe l'identità dei fanciulli, che viene negoziata con il circostante. Spesso quindi si pone l'accento sull'identità dei giovani e sul loro bisogno di "identificazione" con il circostante. Il processo di costruzione della propria identità e della propria personalità sono processi difficili e complessi che avvengono solo nella società e nell'incontro con l'altro. Come può la Scuola, la Famiglia, il mondo Associativo e la Chiesa aiutare questi ragazzi?

Pensare di lasciare la famiglia da sola è quanto di più errato si possa fare.

Pensare di lasciare la scuola da sola è quanto di più errato si possa fare.

Le istituzioni religiose già fanno molto. È connaturato con la loro esistenza aiutare il prossimo.

Sul territorio vi sono molte associazioni che offrono la loro competenza, in grado di operare in un’azione di sistema che coinvolga contemporaneamente la famiglia, la scuola e la comunità.

Per quanto riguarda Mentoring USA/Italia Onlus, vi posso dire che opera da dieci anni in Italia nelle scuole di ogni ordine e grado. Matilda Raffa Cuomo, moglie dell’ex governatore dello stato di NY assieme a Sergio Cuomo presidente dell’omonima associazione, hanno inteso trasferire l’esperienza di circa vent’anni sperimentata in trenta stati degli USA, a contrasto della dispersione scolastica, nel territorio italiano. Personalmente sono stato coinvolto in attività di mentorato in centinaia di scuole in molte regioni italiane, con l’obiettivo di aiutare i ragazzi ad essere più propositivi, assertivi e fiduciosi sul loro futuro. Questo è stato possibile grazie al coinvolgimento di migliaia di volontari i quali sono stati formati ad operare all’interno del sistema scuola, nel rapporto di uno-a-uno, cioè un volontario per uno studente della scuola per un intero anno scolastico. I risultati? Tanti che ci riempiono di gioia.

Ad esempio tra le tante attività che sono in corso d’opera dell’Associazione Mentoring USA/Italia, che coinvolgono contemporaneamente partner pubblici e privati, Le segnalo quella finanziata principalmente dalla Fondazione Vodafone Italia: il progetto mentore. E’ una iniziativa che coinvolge allo stesso tempo la Presidenza del Consiglio della regione Campania, la cui signora Alessandrina Lonardo Mastella è la promotrice; l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania rappresentato dal Direttore Bottino; da dieci scuole della regione Campania per un totale di cento alunni da sostenere per un triennio. E’ una iniziativa che ha richiesto un duro lavoro di circa due anni; adesso finalmente si è partiti con grande entusiasmo e con la speranza di vedere i nostri ragazzi tra un triennio migliori e fiduciosi sulle proprie capacità.

Per informazioni sui vostri progetti:

Mentoring Usa/Italia onlus
Coordinamento nazionale:
via Matteo Ripa, 7
84120 Salerno
Tel. 089254747
Fax 0892582572

www.mentoringusa.it
info@mentoringusa.it

Luca Oliverio
Luca Oliverio

Luca Oliverio è il founder e editor in chief di comunitazione.it, community online nata nel 2002 con l'obiettivo di condividere il sapere e la conoscenza sui temi della strategia di marketing e di comunicazione.

Partner e Head of digital della Cernuto Pizzigoni & Partner.

Studia l'evoluzione sociale dei media e l'evoluzione mediale della società.